Il figlio di Riina andrà a lezione al Bo Iscritto al terzo anno di Economia

Domenica esce di cella. Lavorerà in una onlus cittadina. Intanto il senatore padovano Luciano Cagnin (Lega) dichiara: «Pronti a scendere in piazza»

PADOVA — Nonostante le barricate alzate dalla Lega («qui non lo vogliamo»), Giuseppe Salvatore Riina tra qualche giorno si trasferirà a Padova. Il terzogenito del «capo dei capi» Totò (recluso a Opera con 12 ergastoli sulle spalle) domenica finirà di scontare nel carcere di Voghera gli otto anni e dieci mesi per associazione mafiosa inflitti dalla Corte d’Appello di Palermo e confermati dalla Cassazione il 9 gennaio 2009. Dopodichè, lo stesso 2 ottobre o nei giorni successivi, non tornerà a Corleone ma arriverà in Veneto con l’obbligo di firma, il dovere di rincasare entro le 22 e di non frequentare pregiudicati. Il suo percorso di reinserimento sociale e lavorativo è stato affidato a una onlus fondata nel 1979 da un gruppo di famiglie, per «sensibilizzare il territorio rispetto alle dinamiche di esclusione sociale». Oggi è specializzata nell’affrontare marginalità, immigrazione, dipendenze, minori, famiglie multiproblematiche e percorsi penali.

L’associazione padovana, citata nell’ordinanza di scarcerazione firmata dal giudice Maria Teresa Gandini del Tribunale di Sorveglianza di Pavia, è stata scelta da Riina su consiglio del suo avvocato, la vicentina Francesca Casarotto. «Salvuccio» nel 2009 è stato infatti recluso al Due Palazzi di Padova e gli educatori che l’hanno seguito hanno fatto da tramite con la onlus, pronta a dare la propria disponibilità. Una soluzione, dicono dall’associazione, gradita alla madre di Riina junior, Ninetta Bagarella, che avrebbe detto: «Vorrei salvare almeno il più giovane dei miei figli, evitandogli di tornare in Sicilia». Dalla donna sarebbe partita anche l’idea di trovargli una sistemazione senza doversi appoggiare a una delle case-famiglie proposte dai volontari. Anche perchè Giovanni Riina, 34 anni, è iscritto al terzo anno di Economia all’Università di Padova.

«Gli offriremo un lavoro da impiegato e uno stipendio, col quale potrà pagarsi una stanza —spiegano alla onlus —. Se dimostrerà di volersi realmente redimere, lo aiuteremo anche a cambiare nome. Una seconda opportunità va concessa a tutti. Certo, se sul suo arrivo non si fossero accesi i riflettori sarebbe stato meglio, comunque l’abbiamo accettato perchè dalle relazioni delle carceri in cui è stato risulta un detenuto modello (anche il padre si è sempre vantato di essere tale, ndr). Ma se dovesse sgarrare anche una sola volta, se ne dovrà andare». Sarà tenuto d’occhio dalla polizia, perchè secondo il procuratore capo di Pavia, Gustavo Cioppa, «resta un soggetto potenzialmente pericoloso ». Per i magistrati che l’hanno condannato «era diventato il nuovo punto di riferimento della famiglia e protagonista della riorganizzazione della cosca facente capo al padre». Ma la realtà che lo ospita ha le spalle grosse: ha già seguito uno dei fratelli Nirta, responsabili della strage di Duisburg, compiuta del 2007 dall’Ndrangheta. «E’ stato qui qualche anno, era un uomo buono e mite. Si è comportato bene».

Michela Nicolussi Moro
28 settembre 2011

Fonte: https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2011/28-settembre-2011/figlio-riina-andra-lezione-bo-iscritto-terzo-anno-economia-1901663204634.shtml