Lamarque, la madre e la poesia

La poesia è donna, non solo perché lei è spesso la destinataria della poesia, ma anche perché lo scrivere poesia si adatta meravigliosamente bene al suo animo e al suo gentil pensiero.

La conferma è venuta da «PontedilegnoPoesia», che ieri ha concluso la sua ottava edizione ricevendo elogi e aggiungendo consensi ai tanti già ottenuti, e va all’archivio consegnando alle donne le palme dovute ai vincitori: Vivian Lamarque (milanese con discendenze trentine) e Ida Travi (bresciana di Cologne) hanno conquistato il primo premio e il secondo, ex-aequo con Daniele Piccini (perugino con residenza aretina); in aggiunta, Vivian Lamarque ha raccolto il consenso del pubblico, che ha votato la sua poetica (raccolta nel volume «Madre d’inverno», Mondadori editore) attribuendole il classico e popolare premio speciale, quest’ anno assegnato in ricordo di don Giovanni Antonioli, il «Prete di tutti» raccontato in un volume di recente pubblicazione, nel centenario della nascita e nel venticinquesimo della morte.

Ieri in tarda mattinata, nella sala consiliare del Comune di Ponte di Legno – luogo in cui la poesia aveva nuovamente trovato degna e felice accoglienza, consumandosi proprio lì il rito della premiazione – con diverse sfumature, per altro tutte positive, è stata riconfermata la voglia di proseguire l’esperienza in modo che il titolo di «paese della poesia», esibito con piacere e vigore dalla cittadina, diventi parte integrante del suo biglietto da visita. È stato ribadito a voce alta che nella cultura c’è il nocciolo vitale della montagna, che solo «una cultura aperta a tutti e sostenuta da tutti – ha detto il sindaco Aurelia Sandrini aprendo la mattinata – è in grado di assicurare visibilità e di regalare alla montagna la certezza di un buon futuro».

Perché ciò avvenga, ha sostenuto Gustavo Cioppa, sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, «è necessario tener viva la nostra cultura e difendere le sue radici mettendola al di sopra delle personali visioni così da renderla unanimemente condivisa e fruibile».

Quanto ai poeti – sei chiamati alla fase finale del concorso e tre premiati ma ben settantadue partecipanti alla rassegna -, ognuno portatore di esperienze tradotte in versi e offerte come «soffi d’anima» cui appellarsi per «unire cose che sembrano lontane», o anche per prendere facendoli propri «oro e cenere» e anche «il sorriso della vita illuminata», unanime è stato il riconoscimento del loro impegno e della loro passione per «la parola che diventa racconto e viatico per i giorni che verranno».

La giuria (Milo De Angelis, presidente, Andrea Costa, Simona Ferrarini, Vincenzo Guarracino e Giuseppe Langella), decretando Vivian Lamarque vincitrice del premio «PontedilegnoPoesia 2017» ha sottolineato la «delicata finezza» con la quale ha delineato il rapporto con la madre adottiva e la madre biologica: «Un vero e proprio De brevitate vitae, scritto – si legge nella motivazione – con commozione trattenuta, con un dolore annidato giù in fondo e proprio per questo ancora più toccante».

LA POETESSA e scrittrice milanese, intervenendo subito dopo la sua proclamazione di miglior poetessa dell’anno, ha rivelato un turbinio di emozioni condensandole in parole che abbracciavano sì la poesia, ma soprattutto l’accostamento del premio appena vinto a quello assegnato da Mirella Cultura al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco «per la sfida quotidiana al pericolo, affrontata con dedizione e coraggio, al servizio della collettività», ma anche per rinsaldare lo stretto legame che la località ha con i Vigili del Fuoco dato che qui è stata attiva per decenni la Casa Alpina di soggiorno-vacanza del Corpo.

Vivian Lamarque, in questa casa, da bambina ha vissuto un anno, quando il padre, vigile del fuoco (morto poi a soli 34 anni), era stato destinato lì per servizio. Inevitabile la commozione e appropriate le parole di gratitudine rivolte, prima dalla poetessa e poi dal presidente di Mirella Cultura Andrea Bulferetti, al comandante regionale dei Vigili del Fuoco Dante Pellicano e ai numerosi operatori presenti in rappresentanza del Corpo e dei volontari.

Tenendo tra le mani la scultura realizzata da Edoardo Nonelli (una goccia d’acqua che cade sulla fiamma a simboleggiare l’impegno per le creature e il creato), il comandante Regionale ha ribadito l’impegno «certo a spegnere gli incendi, ma soprattutto a prevenirli attraverso una sistematica educazione al mantenimento del bello che per fortuna ancora ci circonda».

A CHIUSURA della manifestazione – che ha avuto applauditissimi intermezzi musicali della violinista Silvia Bontempi e del pianista Giancarlo Corna – è stato annunciato dal presidente di Mirella Cultura Bulferetti che il tema della poesia da inserire nel totem 2018, ottavo suggello al percorso del «paese della poesia», sarà il sole.

Luciano Costa

Fonte: https://www.bresciaoggi.it/home/cultura/lamarque-la-madre-e-la-poesia-1.5906757