Pavia, il trucco delle fatture false Appalto al ribasso al San Matteo

L’inchiesta delle Fiamme gialle è partita dalla gara per i lavori di manutenzione all’ospedale. Fermati per truffa, estorsione e turbativa d’asta padre e figlio imprenditori

Vincevano gli appalti pubblici grazie a un’offerta al maggior ribasso, poi si rivalevano sui sub-appaltatori ai quali affidavano i lavori e obbligandoli a pagare fatture false per restituire parte dei compensi ricevuti. Le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinate dal comandante provinciale colonnello Cesare Maragoni, sono partite la scorsa estate da un appalto pluriennale da 2 milioni e 500 mila euro per lavori di manutenzione ordinaria che la EdilMazzei si era aggiudicata all’ospedale San Matteo.

Ospedale San Matteo

Un sistema che metteva in difficoltà elettricisti, muratori e tutte le ditte che avevano a che fare con la EdilMazzei Srl, società milanese con sede operativa a Pioltello. Per lavorare gli artigiani, incaricati di riparare le tapparelle all’interno dei reparti o della manutenzione del verde nei vialetti dell’ospedale, erano costretti ad accettare di pagare vere e proprie tangenti e di faticare per coprire i costi sostenuti. Oltre che con intercettazioni ambientali e telefoniche, le indagini si sono avvalse della collaborazione delle vittime di questo sistema. «Sia funzionari pubblici che rappresentanti delle ditte subappaltatrici hanno permesso con le loro testimonianze di trovare ulteriori conferme su questo sistema di malaffare», hanno spiegato rappresentanti della Guardia di finanza e della Procura di Pavia.

Le menti della truffa

Il rappresentante legale della ditta, Giuseppe Mazzei, 67anni, originario di Catanzaro, e il figlio Antonio, 25anni, sono stati sottoposti al fermo di polizia giudiziaria per estorsione, turbativa d’asta e frode fiscale. Nella sede della loro ditta, oltre che nella loro abitazione, sono stati sequestrati quasi 4 milioni di euro in contanti, gioielli e orologi per circa 100 mila euro. Un risultato ottenuto dagli imprenditori milanesi con una proposta al ribasso del 45% sui costi di capitolato. Proprio questo dato ha suscitato dubbi e sono partite le prime verifiche fiscali delle Fiamme gialle, a stretto contatto con la Procura di Pavia guidata da Gustavo Cioppa. Per lavorare le ditte pavesi subappaltatrici dei lavori in carico dalla EdilMazzei erano obbligate, anche dietro pesanti minacce, a restituire parte dei compensi ricevuti attraverso un falso sistema di fatturazioni. Documenti emessi dalla ditta milanese per lavori mai effettuati. Oltre che in contanti, parte dei pagamenti delle ditte subappaltatrici avveniva con bonifici all’estero su banche della Croazia. Attraverso propri corrieri i titolari dell’EdilMazzei facevano poi ritornare in Italia, in contanti e quindi in nero, il denaro incassato all’estero. Le indagini, che sono ancora allo stadio iniziale, potrebbero dare ulteriori sviluppi visto che la ditta milanese operava con appalti in Lombardia e non solo. Si sta cercando di risalire all’origine del denaro sequestrato , sicuramente frutto di altre operazioni poco chiare.

Enrico Venni

4 marzo 2015 | 12:36

Fonte: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_marzo_04/pavia-appalto-ribasso-san-matteo-fermati-padre-figlio-imprenditori-6c0438f4-c25f-11e4-9c34-ed665d94116e.shtml