I genitori di Elena Madama: “Le hanno rovinato la vita, siamo contenti dell’arresto”

Pavia, determinanti sono state le analisi dei tabulati telefonici

Pavia, 7 maggio 2015 – “Grazie a tutti, davvero». I genitori di Elena Madama, la madre Idangela Vittadini e il padre Lino Madama, sono arrivati ieri mattina a Palazzo di giustizia per dei ringraziamenti sinceri e commossi, tra ben poco formali abbracci. Lei sta lentamente migliorando, anche se la riabilitazione sarà ancora lunga. “Le hanno rovinato almeno due anni di vita” dice il padre, soddisfatto per la cattura di uno dei due presunti responsabili. Non però con sentimenti di vendetta, ma solo di giustizia. Una soddisfazione quasi più per l’intensità del lavoro svolto per individuare i responsabili. “Ci sono davvero stati tutti molto vicini”, dice la madre. “Eravamo certi che li avrebbero presi”, aggiunge il padre.

L’operazione che ha portato alla cattura di Radion Suvac, 27enne moldavo, è stata illustrata ieri mattina in Procura dal procuratore capo Gustavo Cioppa, dal procuratore aggiunto Mario Venditti, dal sostituto procuratore Mario Andrigo, dal capo della squadra Mobile, Francesco Garcea, e dal funzionario Sco (Servizio centrale operativo del Dipartimento di pubblica sicurezza) di Roma, Eugenio Masino. I fatti della sera del 12 novembre sono ancora molto freschi nel ricordo dei pavesi. La 26enne consigliere comunale era stata investita e poi trascinata per quasi tutta la lunghezza di corso Strada Nuova. Le indagini erano partite dall’auto abbandonata sul posto, una Opel Insigna bianca, rubata. E dalle immagini delle telecamere di sicurezza che riprendevano i due in fuga, immortalati l’ultima volta a Pavia vicino alla Stazione, dove sono saliti su un treno.

Era stato ricostruito e diramato anche un identikit proprio dell’uomo al volante, che in effetti sembrerebbe corrispondere al volto del fermato. Il complice era stato identificato anche prima, sarebbe un 18enne russo, ma è ancora irreperibile. Sarebbero due professionisti dei furti di navigatori satellitari, rubati in Italia e smerciati all’estero. Sull’auto però non sarebbero state trovate tracce o impronte dei responsabili. Come sono stati identificati? “Partendo dall’analisi – spiega Cioppa – dei 500mila dati di traffico telefonico che transitavano dalle celle del centro storico quella sera. Un lavoro svolto dai professionisti dello Sco, che si sono uniti a noi in una sinergia che ha dato i suoi risultati”. Ovviamente i criminali cambiano spesso telefoni cellulari, ma individuando i nomi sospetti di probabili prestanome intestatari, gli investigatori sono risaliti al gruppo criminale del quale farebbero parte i due presunti responsabili del drammatico investimento volontario.

La procura ha disposto anche una perizia tecnica per la ricostruzione tridimensionale di quanto avvenuto. Elena Madama stava uscendo dal suo ufficio, dove era praticante legale. Forse ha visto la Opel Insigna che uscendo da piazza Guicciardi aveva urtato un’auto parcheggiata. I ladri invece hanno pensato che la ragazza li avesse visti rubare e li volesse fermare. Per questo l’avrebbero investita, in retromarcia, e poi nuovamente travolta, trascinandola per oltre 500 metri e poi, forse quando si sono accorti che era rimasta ancora agganciata sotto l’auto, sono scesi e si sono dileguati a piedi. “Ringrazio anch’io le forze dell’ordine e la magistratura – dice il sindaco di Pavia, Massimo Depaoli – per il risultato delle indagini. Auspico che venga catturato presto anche il complice. E che poi entrambi vengano condannati per la cosa atroce che hanno fatto, che scontino la pena, intera e senza sconti. Siamo sempre tutti molti vicini a Elena e alla sua famiglia”.

di Stefano Zanette

Fonte: https://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/genitori-elena-madama-1.927251